MARCO CAVALLO XXI secolo

Marco Cavallo del XXI secolo è un monumento dedicato all’ambiente e a sostegno della salute mentale e sarà il primo monumento permanente ad essere realizzato interamente in plastica riciclata post-consumo proveniente dalla raccolta differenziata locale e installato nel parco di San Salvi, l’ex manicomio di Firenze in occasione del centenario della nascita di Franco Basaglia .
Mai nessuno aveva pensato prima di oggi di elevare la plastica riciclata a materiale idoneo alla produzione di monumenti ed opere d’arte pubblica. Infatti, per la produzione delle opere d’arte pubbliche si sceglievano, ed ancora oggi lo si fa, materiali naturali preziosi e duraturi come il marmo od il bronzo. Questi materiali sono naturali, ma di fatto hanno un impatto ambientale enorme, per la loro estrazione, per il loro trasporto e per la loro lavorazione finale. Di fatto oggi esistono nuove montagne da cui estrarre senza danno preziose materie prime e le abbiamo in ogni città: sono le montagne di rifiuto urbano che i cittadini di ogni città producono e che il sistema deve gestire e “digerire”, spesso con difficoltà. Tonnellate di rifiuti pronti a trasformarsi in risorsa sotto forma di materia prima seconda.

L’opera firmata dall’artista Edoardo Malagigi, formalmente è ispirata ai disegni preparatori di Leonardo da Vinci per il monumento equestre dedicato a Francesco Sforza e mai realizzato.
Simbolo contemporaneo della necessità di prendersi cura della società e dell’ambiente, il nuovo Marco Cavallo, secondo l’idea dell’artista, si fa carico del peso dei rifiuti e dell’inquinamento prodotto dalle persone, ed idealmente vi si immerge e ne riesce completamento ricoperto.
Al tempo stesso, attraverso un operazione “alchemica”, trasforma il rifiuto di cui è fatto e di cui è rivestito in materia preziosa, di fatto un processo assimilabile alle pratiche dell’economia circolare.
Ed ecco che le forme perfette del modellato rinascimentale si “macchiano” in modo quasi dissacratorio di rifiuti di diverse dimensioni, tipologie e colori, donando un carica ironica e “folle” al gigantesco cavallo.